L’Uovo di Massena (senza Colombo), si intitola Memorabilia il libro dedicato alla storia della compagnia teatrale abruzzese.

L'Uovo di Massena (senza Colombo). La copertina del libro Memorabilia

Il volume (QUI il link per l’acquisto) è stato pubblicato dalla casa editrice Titivillus con una presentazione di Lucio Argano.

Antonio Massena è il fondatore dell’Uovo, un ente teatrale che nel corso dei 37 anni di vita (dal 1978 al 2015, anno in cui è confluito nel Teatro stabile d’Abruzzo), ha ottenuto il riconoscimento come Teatro stabile di innovazione.

L'Uovo di Massena (senza Colombo). Nella foto Antonio Massena
Antonio Massena

Il percorso artistico del brand, ha comportato 101 spettacoli, visti da oltre un milione e seicentomila spettatori, all’Aquila, in Abruzzo, in tutta Italia e non solo.

Le produzioni dell’Uovo infatti, realizzate grazie anche a Maria Cristina Giambruno (regista, e compagna nella vita di Massena) e Antonio Centofanti, hanno ampiamente varcato i confini nazionali arrivando in Cina, Francia, Germania, Polonia, Spagna.

L’Uovo di Massena (senza Colombo)

«Questo racconto», scrive Massena, «oltre a voler essere la memoria di un progetto culturale e artistico che ha attraversato trentasette anni, è anche l’intreccio di più storie e momenti di una città che, dal 1978 a oggi, ha vissuto profondi e radicali mutamenti sociali, culturali e industriali.

«Storie di persone, di luoghi, di attività e realtà che

hanno modificato il volto e il tessuto umano dell’Aquila. È la testimonianza della vita e dell’amore profusi per un’impresa che è giusto rimanga indelebile nel tempo, una testimonianza scevra da ideologismi.

L'Uovo di Massena (senza Colombo).
Da sinistra Pippo Delbono, Maria Cristina Giambruno, Bobò

«Ed è la storia di persone che, con esperienze diverse ma

formazione culturale, sociale e politica sortita dalle stesse radici, hanno saputo creare dal nulla un progetto che nel corso degli anni è diventato un punto di riferimento nazionale e non solo: il Teatro L’Uovo».

Perché questo libro?

«Deve rimanere la memoria, una traccia scritta, ho necessità di sentire lo spessore tra le mani. Sono trentasette anni di memoria tangibile, in cui racconto in maniera giornalistica, ma non solo, libero di scrivere questa storia fatta di esperienze siano esse negative che positive. Tutto il patrimonio artistico, culturale, civile dell’Uovo è andato disperso. Non è ammissibile».

L'Uovo di Massena (senza Colombo)
Da sinistra Raffaello Mastrorilli e Leonardo Cecchi in una scena dello spettacolo “Monnezza” (foto di Monica Condini)

Trentasette anni di storia della cultura all’Aquila

e in Abruzzo, con ampi riferimenti alla scena nazionale, che meriterebbero una celebrazione, un premio, un riconoscimento. E invece la preziosa esperienza dell’Uovo rischia di essere cancellata.

Il volume è non solo un tentativo, per forza di cose parziale, di ricordare le persone che hanno regalato gioia, risate, riflessioni, allegria e approfondimenti a bambini, giovani, adulti ma, forse soprattutto, la testimonianza di una sfida riuscita, di un’impresa: portare il meglio della scena in Abruzzo e da qui in Italia e nel mondo.

Leggi QUI l’articolo su Castelbasso borgo di cultura

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