Lercio bufale fake e giornalismo, potrebbe sintetizzarsi così l’ultimo libro a cura della redazione di Lercio dal titolo Mock’n’troll.
Il volume, edito da People, è firmato collettivamente dai 22 autori che scrivono le notizie di Lercio, un sito che su Facebook ha oltre un milione e mezzo di followers.

Il sottotitolo si conclude con: Da Benjamin Franklin ai giorni nostri.
Lercio bufale fake e giornalismo
Effettivamente Franklin, sì quello che ha inventato il parafulmine e uno dei padri fondatori degli Stati Uniti, ebbe una passione per il mock journalism, si legge nelle pagine del libro
e, nel 1782, primo ambasciatore degli Stati Uniti in Francia, Franklin darà alle stampe un’edizione completamente falsa di un supplemento del Boston Independent Chronicle
Ma cos’è il mock journalism?
Facile spiegarlo riportando la semplice traduzione del termine to mock, deridere, canzonare, prendere in giro.

Mock’n’troll fa una sorta di storia delle bufale a cominciare, appunto da Franklin, per arrivare a oggi, ai social e, ovviamente a Lercio.
Il mock journalism esiste da prima di Internet e le bufale non sono state introdotte nell’ambiente da Facebook o Twitter, ma quelle pratiche che prima erano di rigoroso consumo privato, o ristrette alla propria bolla, oggi sono semplicemente diventate molto più rilevanti agli occhi del pubblico.
Le bufale, insomma, non sono certo una
novità, oggi, probabilmente, sono diventate più famose, virali si usa dire, perché la facilità di trasmissione delle notizie è enormemente aumentate.
Nella lunga carrellata storica un punto fermo
viene individuato nel Male, il giornale satirico, in particolare nel numero indimenticabile (si era nel periodo terribile del terrorismo e dell’imperversare delle Brigate rosse – nel 1979) con il titolo sparato:
ARRESTATO UGO TOGNAZZI,
E’ il capo delle BR
Un libro godibilissimo, insomma, divertente e istruttivo. Da leggere e da rileggere, da consigliare, soprattutto oggi, ai tanti, troppi creduloni del web.
Ma l’insegnamento forse più importante di Mock’n’troll è che da una parte si rivendica il sacrosanto diritto alla satira, alla presa in giro, dall’altra che basterebbe leggere con attenzione il mock journalism per capire che, nel loro caso, di bufale evidenti si tratta.
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