Adele Giampa e 30 anni di Italia potrebbe essere il sottotitolo del libro scritto da Adele Grisendi e pubblicato a un anno dalla scomparsa di uno dei più apprezzati giornalisti italiani. Il volume (QUI il link per l’acquisto su Amazon) si intitola La mia vita con Giampaolo Pansa ed è edito da Rizzoli.

Adele Giampa e 30 anni di Italia. La copertina del lilbro

Nelle 414 pagine del volume, Adele Grisendi, sindacalista della Cgil per decenni, poi scrittrice, racconta la sua vita accanto a una delle firme illustri della stampa nazionale.

Ma nel rispettare una promessa, una sorta di voto fatto al suo uomo («Quando non ci sarò più, devi scrivere la nostra storia») l’autrice traccia una storia del Paese in coincidenza con gli oltre trent’anni del loro amore (dal novembre 1989 al gennaio 2020).

Un cronista di platino

Un cronista di platino, il Pansa, che Grisendi racconta al lettore. Quello che, solo per fare un esempio, fece una intervista  feroce al suo editore, Carlo De Benedetti, quando questi venne inquisito (e arrestato seppure solo per un giorno) nel periodo di Tangentopoli.

Ecco cosa raccontò il giornalista alla sua donna:

Adele Giampa e 30 anni di Italia
Adele Grisendi e Giampaolo Pansa

«Ho detto a Claudio (Rinaldi, direttore dell’Espresso, nda) che dobbiamo fare come se De Benedetti non fosse il padrone. (…) Carlo non ha avuto il minimo dubbio. Mi ha risposto: lo metteremo in prima pagina. Dobbiamo intervistarlo senza tanti complimenti. Se lui accetta, andrai tu a Ivrea».

Adele Giampa e 30 anni di Italia

Il “padrone” accettò anche se «certe domande non le aveva gradite, ma non aveva potuto rifiutarsi di rispondere. E non aveva chiesto di leggere in anteprima quel che avrebbe scritto».

Comportamento oggi, in un periodo di presunti giornalisti presuntuosi senza nerbo e di “padroni” che li trattano (forse giustamente) come servi, sarebbe impossibile anche solo da immaginare.

Grande spazio al Pansa revisionista

Grande spazio, naturalmente, viene dato al Pansa revisionista, quello che pur essendo un convinto assertore dell’importanza dei partigiani, laureatosi con una tesi (di 800 pagine) sulla Resistenza, segnò la sua autocondanna “a morte” per una gran parte della sinistra italiana perché osò raccontare anche gli errori e le vendette degli ultimi mesi di guerra e anche dopo la Liberazione.

Adele Giampa e 30 anni di Italia. Nella foto Giampaolo Pansa
Giampaolo Pansa

Grisendi spiega bene le ritorsioni, le violente reazioni di storici, politici, militanti accecati dall’odio nei confronti di chi voleva fare chiarezza sul clima, in Italia, tra il 1943 e il 1946.

Il linciaggio per Il sangue dei vinti

Scrive l’autrice:

«All’uscita del Sangue dei vinti, nel 2003 (…) i così detti amici e conoscenti diventarono fantasmi. I giornali sui quali appariva la sua firma ne parlarono, ma storcendo il naso per il fastidio. Andò così sia con L’Espresso della signora Hamaui sia con la Repubblica dove era tornato per l’insistenza di Ezio Mauro. Dopo quel libro, da parte delle varie sinistre ben poco democratiche, cominciò un vero e proprio linciaggio di Pansa. Fu accusato di essere un traditore della Resistenza per aver avuto il tupè (lo sfizio) di raccontare le vendette dei rossi durante gli ultimi due anni della guerra e anche dopo

L’odio anche dopo la morte

Un linciaggio che non si è fermato nemmeno dopo la morte, visto che, con “grande coraggio” uno storico sulla rivista Micro Mega tre giorni dopo la sua scomparsa scrive Grisendi:  «non ha perso tempo nel rendere nota la sua irritazione rabbiosa contro quella che ha chiamato “la canonizzazione di Pansa da parte della corporazione giornalistica”. Il giudizio del suo lavoro di una vita è espresso senza appello, chiaro sin dal titolo del suo lungo ragionamento livoroso: “Pansa la sconcertante santificazione di un falsario”».

Un libro, quindi, utile a conoscere la vicenda biografica di un giornalista di successo, la sua storia d’amore con la donna che gli è stata accanto per oltre 31 anni e la storia recente di questo sciagurato Paese.

Leggi QUI la mia recensione al Partigiano americano

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