Come una stella è il nuovo libro di Reno Brandoni contro il bullismo. Il volume è stato da poco pubblicato da Curci Young / Fingerpicking.net.

Il volume per ragazzi con le illustrazioni di Chiara Di Vivona è accompagnato dall’audiolibro con la voce narrante di Debora Mancini e le musiche originali di Reno Brandoni

Come una stella contro il bullismo

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Reno Brandoni mi ha concesso l’intervista che segue.

Come una stella è dichiaratamente ispirato alla storia di Stefani Germanotta, meglio nota come Lady Gaga. Anche lei vittima di bullismo. Un ottimo spunto per parlare ai ragazzi.

Per la verità non è ispirato a lei ma avevo iniziato a pensare a una storia sul bullismo, indipendentemente da Lady Gaga. Mentre la scrivevo cercavo un personaggio a cui fare riferimento perché nella collana di libri, che ho avviato da tempo, ho sempre cercato una star, come Jimi Hendrix o Billie Holiday, da cui partire.

Mi è capitato di sentire Lady Gaga cantare nel giorno

dell’insediamento del presidente degli Stati Uniti, Biden. Dico subito che non avevo nessun interesse su di lei perché, per il tipo di musica che ascolto, mi era indifferente se non inesistente. Mi sembrava solo una cantante pop commerciale. Mi sono dovuto ricredere: questa donna canta con una energia pazzesca, e poi ha gli occhi di chi ha conquistato, finalmente e probabilmente dopo tante fatiche, il suo legittimo momento di gioia.

Ho immaginato avesse un passato fatto di bullismo

e di violenza. Allora ho cambiato il nome della protagonista del mio libro in Stefani. Poi, però, mi sono documentato e sono rimasto affascinato dal percorso personale e artistico della Germanotta. Purtroppo, le storie di bullismo si assomigliano tutte; la violenza è quella: umiliare l’altro a ogni costo. Allora ho unito le due cose.

Ora sono diventato un fan di Lady Gaga

Anche la Stefani del mio libro vede il suo idolo cantare sul miglior palco possibile e capisce che anche lei ce la può fare.

Come una stella contro il bullismo

Lei dice che le storie di bullismo sono sempre uguali, ma a me pare che ultimamente siano sempre più devastanti. Anche nella nostra adolescenza esistevano ma forse ci facevamo meno caso, eravamo più forti per superarle. Oggi accadono anche tragedie, con bambini, ragazzini che si suicidano per non dover sottostare più a queste torture psicologiche e a volte non solo. Cosa è cambiato?

Intanto ci sono i social. E questi ragazzi si ritrovano non solo a essere umiliati davanti ai compagni di una classe, o del quartiere, ma derisi dal mondo, perché magari un video diventa virale.

Il motivo per cui ho deciso di scrivere questi libri

è perché essere vittima di bullismo ti fa sentire più sfigato degli altri. I ragazzi e le ragazze oggi, sottoposti a queste terribili prove, arrivano alla fine a pensare che un po’ si meritano di essere derisi, offesi. E magari non hanno la forza di dirlo a nessuno, men che meno a casa.

Invece, avere un libro che ne parla apertamente può creare un dialogo con i genitori, gli insegnanti, gli altri ragazzi. Per cui quella che sembra una storia da sfigati, invece, diventa una esperienza comune, capitata a tanti.

Mi hanno scritto anche tanti genitori: i loro figli

leggendo i miei libri, hanno trovato il coraggio di denunciare il loro disagio.

Come una stella contro il bullismo

Il libro è arricchito dalle illustrazioni di Chiara Di Vivona che ha collaborato con lei per molte tue pubblicazioni… Ormai siete un ditta, una coppia di fatto?

Sì, sicuramente, anche se mia moglie non è molto d’accordo su questa definizione (ride). Scherzo, ovviamente. Devo dire che abbiamo iniziato con il primo libro e ormai lei non fa delle illustrazioni, rappresenta le mie visioni. Detta così, sembro un paranoico, ma quando scrivo immagino gli scenari. Per cui quando ho finito di scrivere ne parlo con Chiara e le racconto ciò che ho immaginato, le faccio ascoltare la musica che io sento. E lei riesce a rappresentare perfettamente quello che io scrivo. È una sua lettura con i disegni.

Tra i suoi titoli per ragazzi, dedicati al jazz, al rock, al blues, ne spicca anche uno, L’ultimo viaggio di Billie, ispirato da Billie Holiday, anche lei con una vita disperata e che, guarda caso, veniva chiamata Lady (Day).

Quello è stato probabilmente il progetto più difficile da realizzare. Non ho tralasciato nulla, dalla droga allo stupro, alla prostituzione, naturalmente con un linguaggio adeguato. Per esempio la casa d’appuntamento l’ho chiamata la casa dell’amore frainteso. In modo da

permettere agli educatori, ai genitori, di interpretare

ogni pagina del libro in maniera diversa a seconda della maturità di chi lo leggesse. Per cui è un libro che non omette nulla ma mette in evidenza la storia di questa meravigliosa donna che ha sofferto in maniera indicibile per il colore della sua pelle, che quando andava in albergo nelle tournée la facevano salire dal montacarichi per le merci perché non poteva usare gli ascensori per i bianchi.

Cerco quindi di parlare ai giovani raccontando storie meravigliose che mi hanno emozionato e spero che così io riesca a emozionare anche i lettori.

Come una stella contro il bullismo

Lei fondamentalmente è un musicista, un chitarrista. Quanto spazio c’è oggi per chi legge la musica e ha impiegato anni a perfezionare la tecnica, in un mercato dove imperano gli autotune e le stelle (tra mille virgolette) non distinguono un pentagramma dalla stele di Rosetta?

Ecco perché scrivo libri, perché mi sono spostato su una dimensione diversa. Ho iniziato a fare concerti nei primi anni Ottanta, suonavo la chitarra acustica e se c’erano meno di 1.200 persone, paganti, sembravano serate andate male.

Con il pubblico interessato, teatri bellissimi, palasport…

Oggi, se riesci a suonare in un club è un successo, e ti trovi con la gente che beve la birra e magari chiacchiera senza nemmeno ascoltarti. Non c’è nessun rispetto per i musicisti. Noi sapevamo tutto di un disco: chi era il musicista, chi suonava il basso, chi la batteria, in quale studio. Oggi il pubblico non sa nemmeno come si chiama il cantante, come si intitola il brano, particolari che per noi erano fondamentali.

E se non riuscivamo a conoscerli li andavamo a cercare sui libri, sui giornali. La musica, oggi, ha perso ogni forma di rispetto da parte di quelli che sono il proprio riferimento: gli ascoltatori. Forse la tecnologia ha fatto dimenticare i suoni, come dice Bob Dylan: oggi ormai nessuno più sa come suona una chitarra o una batteria.

Manca il cuore. Io mi sono innamorato di Lady Gaga

perché per documentarmi l’ho studiata sui video e ho capito che, tecnicamente, è un’artista pazzesca. I brani commerciali che, giustamente, realizza per vivere, quando è sola li fa con il piano in versione jazz e ti fanno venire i brividi.

Conosce la musica e suona lo strumento in maniera eccellente. Un talento assoluto. E poi, mi ha colpito che, per esempio, alla fine dell’esibizione al Super Bowl, quando torna nel camerino a porgerle l’accappatoio c’è il papà.

Ha questo senso della famiglia, all’italiana, che dimostra di essere un’artista vera che non vende soltanto la sua musica per fare soldi.

Come una stella contro il bullismo

L’AUTORE

Reno Brandoni (foto Polacchini)

Negli anni ’80 ha collaborato con i più importanti chitarristi dell’epoca come Stefan Grossman, John Renbourn, Duck Baker, Dave Van Ronk.

Nel 2000 ha fondato il sito web Fingerpicking.net, con cui ha pubblicato i metodi “Open Tuning Basics” e “Come suonare la chitarra Fingerpicking”, ha curato la collana “Classic” dedicata alla trascrizione dei manuali di chitarra classica in tablatura.

È ideatore della serie di chitarre per fingerpicking “Effedot” e ha fondato la rivista specializzata “Chitarra Acustica”.

Ha pubblicato i dischi: “Bluesando”, “Zingarom”, “Yelda”, “Anema e corde”, “Indifeso”.

Per Edizioni Curci nella collana Curci Young in collaborazione con Fingerpicking ha pubblicato i racconti per ragazzi: “Il re del blues”, “La notte in cui inventarono il rock”, “Una classica serata jazz”, “Filastrocche per sentirsi grandi”, “L’ultimo viaggio di Billie”.

Per la collana “Le ruzzole” ha pubblicato “Il ladro di colli” e “Il polpo Pippo”.

LEGGI QUI L’ARTICOLO SU RENATO CARUSO

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