Ogni uomo è una radio è lo slogan creato da Gianni De Berardinis per una delle sue tante iniziative. Un corso per imparare a parlare in pubblico, ma non è un tutorial, non è una scuola di dizione, non è un coaching. Forse un po’ di tutto questo. Ma lo spiega direttamente il grande esperto di musica, radio e televisione in questa intervista.
Ogni uomo è una radio, è uno slogan ma anche un corso. Lo vuole spiegare?
Avevo questo titolo in mente che mi piaceva molto e volevo trasformarlo in un programma radiofonico. Poi con Anna (Anna Scardovelli, copywriter, compagna nella vita e nel lavoro, ndr) abbiamo pensato di farne un format. Tutti abbiamo la possibilità di ricevere ascoltando, con le orecchie e con il cuore, e di trasmettere, con la voce.
E’ interessante, dunque, per voi mettere al centro le persone.
Sì, è importante ascoltarle e, nel caso, formarle. Devo dire che ho avuto un discreto successo perché sono riuscito a raccogliere, attorno a questi corsi, persone dalle esperienze più varie. Dalla violoncellista di Tosca, Giovanna Famulari, che ha voluto provare questa esperienza, non certo per diventare una speaker radiofonica, a manager d’azienda agli atleti.
Non è un corso per aspiranti professionisti della radio.
No, assolutamente, anche perché non sarebbe nemmeno una novità, ce ne sono già tanti. A me piace ascoltare l’umanità, capire che lingua parla e magari dare delle dritte per far rimanere unico e raro ognuno. Nella bellezza del linguaggio ciascuno riesce a comunicare il proprio mondo, poi c’è chi lo fa spontaneamente e c’è chi deve essere aiutato.
Qual è stata la difficoltà maggiore che ha incontrato?
La maggior parte delle persone, ormai, non ascolta l’altro. Pretende di parlare senza ascoltare. Il corso affronta con molta cura questo aspetto, ed è dedicato alla “radiofonia umana” (come lo ha definito Anna), cioè che ti permette di rispettare l’umanità della persona che hai di fronte.
Ogni uomo è una radio e magari non ascolta nemmeno se stesso
Questo è un altro esercizio che faccio fare. Chiedo a ognuno di tracciarsi, di ascoltarsi, di analizzare (magari registrandosi) come si rivolge all’altro durante una telefonata o un colloquio. Più che di palcoscenico si parla di vita, quotidiana. Non preparo doppiatori, o speaker radiofonici o televisivi, lavoro sulla comunicazione, sulle parole e sull’effetto che queste hanno verso gli altri.
Molte persone quasi si vergognano della propria voce
E io aiuto, per esempio, a non autocensurarsi, a non avere paura perché se per lavoro o per sentirsi più sicuri si ha bisogno di comunicare correttamente, io metto a disposizione la mia esperienza per indicare la strada giusta. Si deve lavorare sulle proprie unicità. Ognuno di noi è una radio.
Come è articolato il corso?
Il modello base prevede cinque lezioni, però poi si può anche proseguire. Devo dire che sto avendo un grande successo e tutti quelli che mi hanno seguito sono rimasti più che soddisfatti. Dal manager alla musicista, all’atleta, mi hanno testimoniato che sono riusciti facilmente a sbloccarsi, a parlare fluidamente e correttamente. Per avere i dettagli basta mandare una mail a scrittomisto@gmail.com
Insomma, è un po’ un artigiano della parola
Sì, sono un sarto che cuce un vestito su misura. Ho aperto bottega perché c’è molto lavoro da fare.
Chi è
Pescarese, 65 anni, Gianni De Berardinis è uno dei più profondi conoscitori della musica West coast e nella sua attività ha conosciuto tutti i più grandi artisti mondiali: da Frank Sinatra a Freddy Mercury dei Queen, da David Gilmour dei Pink Floyd a David Bowie a Mick Hucknall dei Simply red. La sua è la storia di un ragazzo partito dalla provincia, dalla Pescara degli anni Settanta delle prime radio libere (Radio 7G7 e poi Radio Luna), ed è riuscito a conquistarsi una fetta di paradiso nelle emittenti nazionali e non solo, da Radio Montecarlo a Raiuno (Discoring innanzitutto) a Canale 5 (Popcorn).
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