Libro d’esordio per la figlia del Vate, Renata D’Annunzio Montanarella. Lo scoop editoriale è della casa Ianieri, il libro è a cura di Tobias Fior.

Giusto cento anni fa, il 28 marzo 1921, D’Annunzio invia un telegramma alla figlia per dirle che il testo sarà pubblicato da Mondadori. Ma non sarà così. Ci vorrà un secolo prima che ciò avvenga.

Libro d'esordio per la figlia del Vate. La copertina

Il racconto, dal titolo semplice e significativo: Una donna, è intenso e coinvolgente, anche se – ovviamente – scritto con il linguaggio dell’epoca. Di certo avrebbe meritato maggior fortuna. Non a caso i rapporti tra padre e figlia andarono diradandosi fino a interrompersi e a non riprendere mai. Il poeta pescarese morì nel marzo 1938.

Libro d’esordio per la figlia del Vate

Sarebbe opportuno approfondire i motivi per cui il divino Gabriele non volle, nonostante gli annunci, i telegrammi e il suo consueto modo di fare teatrale, far pubblicare il lavoro dell’adorata figlia.

Renata gli fu accanto nel delicatissimo periodo veneziano, tra novembre 1915 e settembre 1916, durante la stesura del Notturno. Ma fu ripagata con molte parole e nessun fatto. Gelosia d’artista? Perché?

Il pescarese aveva paura di avere una concorrente in famiglia? O, viceversa, fu affetto paterno sincero, D’Annunzio era preoccupato di non esporre la figlia alle critiche?

I figli e i fratelli d’arte (oggi ce ne sono a dozzine, ma su tutti mi piace ricordare Dan Fante che ho avuto la fortuna di conoscere profondamente) hanno sempre un percorso artistico accidentato e pericoloso per la propria affermazione.

Un femminismo ante litteram sorprendente

Il racconto è struggente ma si fa leggere con avidità, è ben costruito e riflette il periodo in cui fu pensato ma anche un femminismo ante litteram sorprendente, soprattutto pensando all’epoca (con il fascismo più forte che mai). Una giovane che si afferma da sola, che resiste alle lusinghe, che non svende il suo corpo, che lotta contro le avversità del destino, che, alla fine, decide la propria vita, in meglio.

Il curatore, Tobias Fior scrive:

(…) calandoci nella psicologia della protagonista possiamo vedere come Renata abbia costruito un personaggio davvero complesso, con tutte le sfumature dell’animo di una ragazza/donna; è riuscita a creare un’eroina in lotta con se stessa, con il mondo che la circonda e con gli altri, incapace di un equilibrio che possa renderla responsabile delle proprie scelte e scevra da ogni sentimento colpevolizzante. Sarà proprio questo il percorso che Renata farà compiere alla sua eroina, un percorso di accettazione nei suoi confronti e di conquista verso la propria libertà interiore.

In effetti Lina è in parte Renata, non a caso i personaggi del libro ricalcano persone che la figlia di D’Annunzio conobbe durante il suo periodo veneziano a fianco del padre, a cominciare da Giuseppe Miraglia, primo pilota e compagno di volo del Vate.

Come vicina alla vita dell’autrice è tutta l’ambientazione legata ai primi tentativi dell’aviazione militare italiana. Un libro da leggere e da apprezzare.

L’autore

Tobias Fior è nato nel 1989 a Tolmezzo e vive a Verzegnis (Udine). Scrittore e dannunzista ha pubblicato: Questo ferale taedium vitae. La depressione di D’Annunzio (2013); Notte (2008) e ha curato la pubblicazione del Diario della Sirenetta di Renata D’Annunzio Montanarella (2018).

Libro d'esordio per la figlia del Vate. Il curatore Tobias Fior

Ha inoltre pubblicato saggi su siti internet specializzati e sulla prestigiosa rivista Rassegna dannunziana di Pescara.

Leggi qui la mia recensione al libro di Marco Patricelli, Il partigiano americano

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