Energy drink uguale pericolo. Lo dice la dottoressa Maria Rosa Di Fazio, oncologa a Milano e al centro SH di San Marino e per anni nei pronto soccorso..
Ecco il parere della doc Di Fazio il cui pensiero viene divulgato grazie ai preziosi consigli raccolti dal giornalista Guido Mattioni in una rubrica sulla sua pagina Facebook dal titolo significativo: Le pillole della Doc.
Troppe volte, dai giornali o dalla tv, apprendiamo di un ragazzino stroncato da aritmia cardiaca. E subito sui media – totali analfabeti in materia così come approssimativi lo sono spesso i loro “esperti” – si accavallano teorie e sospetti.
Ma anziché cercare droghe o alcol nel sangue, io andrei a magari a verificare quanti energy drink (e cioè quanta caffeina, taurina, zuccheri e mille altre porcherie) aveva bevuto quel ragazzino prima di quello sforzo. Perché con quella robaccia in corpo basta un ignorato difetto cardiaco e… addio!
Questo è un argomento che mi sta particolarmente a cuore, perché stiamo parlando di ragazzi e del nostro principale muscolo, quello dal quale dipende la nostra vita.
Energy drink uguale pericolo
Infatti insisto spesso su questo punto, specie quando mi capita di fare conferenze dove, tra il pubblico, noto genitori e nonni. Allora rallento il ritmo, li guardo bene in faccia e spiego con particolare calma le cose, perché so che queste bibite vengono consumate perlopiù da giovani e giovanissimi. I figli e i nipoti delle persone che ho davanti.
Anche questa è narrazione a fin di bene. Seguitemi anche voi.
Di norma, quando comincio a toccare l’argomento, la reazione di chi ho di fronte è quella di un generalizzato sorriso. Quello di chi si sta chiedendo: “Ma di che cosa ci parla la dottoressa? Che cosa c’entrano gli energy drink con la salute?”
C’entrano, c’entrano, eccome se c’entrano…
Mai berne più di una
Di queste lattine, proseguo, un ragazzo è in grado di berne anche tre, una dietro l’altra, soprattutto dopo aver fatto sport o durante una serata in discoteca.
A quel punto noto che le teste davanti a me annuiscono, e sui volti vedo dipingersi grandi sorrisi. Papà e mamme sanno che è così, lo constatano sulla base del numero di lattine che devono acquistare sempre più spesso affinché non manchino mai nel frigorifero.
Quelle tre lattine, spiego io, fanno un totale di nove caffè, quantitativo omicida anche per un adulto. Un caffè al giorno, al massimo due, è la mia regola, aggiungo. Sia per il muscolo cardiaco, sia per l’elevato potenziale di acidificazione che il caffè contiene.
A quel dato e a quella valutazione medica, noto che i sorrisi tendono a spegnersi.
Ma se noi adulti, incalzo, dopo una certa età iniziamo a sottoporci per forza di cose a regolari controlli cardiaci, in quanti ci preoccupiamo di fare altrettanto con i nostri ragazzi? A quel punto vedo incrociarsi sguardi tra l’imbarazzato e lo stupito. Qualcuno anche visibilmente seccato. Come a chiedersi: “Perché mai dovremmo? Sono soltanto ragazzi!”.
Il perché, ovviamente, lo spiego: perché in presenza di un eventuale difetto cardiaco mai diagnosticato, soprattutto sotto sforzo fisico e con il “carburante” aggiuntivo di una simile dose di caffeina, è sufficiente una “salva” di extrasistoli per portare a un esito gravissimo, anche mortale, a prescindere dall’età!
Parola di medico che ha anche anni di pronto soccorso e medicina d’urgenza sulle spalle, aggiungo.
E a quella mia frase, di norma, tra il pubblico in sala scende il silenzio. E i sorrisi scompaiono.
Una oncologa di grande esperienza
La dottoressa Maria Rosa Di Fazio è responsabile di Oncologia del Centro medico internazionale SH Health Service di San Marino, dove applica e porta avanti il metodo chemioterapico “soft” del professor Philippe Lagarde, luminare francese di fama mondiale.
Si è laureata in Medicina e Chirurgia, abilitata all’esercizio della professione medica e specializzata in Oncologia medica con pieni voti e lode.
Inoltre, è diplomata in Ozonoterapia a Padova. Ha lavorato per oltre venti anni a Milano in diverse strutture ospedaliere e come medico strutturato nei reparti di Oncologia medica.
Oggi vive e lavora tra San Marino e il capoluogo lombardo.
“Il paziente è un essere umano e NON un numero” è la sua filosofia.
Ha pubblicato diversi volumi per Mind edizioni, a cominciare da Mangiare bene per sconfiggere il male, best seller tra i libri scientifici. Il suo titolo più recente è Il cibo che cura il cibo che ammala
QUI la mia intervista alla Doc Di Fazio