Vito Taccone – Il camoscio d’Abruzzo è il titolo del libro di Federico Falcone (Radici Edizioni) che racconta la vita avventurosa del ciclista avezzanese, un Caravaggio della bici.
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L’autore, al suo esordio nell’editoria, riesce a dipingere un ritratto esaustivo e coinvolgente di un uomo straordinario.
Taccone è ricordato come un grande campione della due ruote, con alterne fortune e con un gran cuore abruzzese.
Spesso è stato anche sottovalutato, forse schernito per la sua scarsa istruzione, per quel dialetto così strano, per le sue iperboli e per un carattere, a dir poco, sopra le righe.
Ma come un Caravaggio della bici, è stato un uomo sanguigno, duro, ma dal cuore immenso, coinvolto in qualche affare complicato – suo malgrado.
Un romanzo, la sua vita, da poverissimo figlio di un pastore della Marsica a star della televisione degli anni Sessanta.
Scrive Falcone:
Era un terrone, un ignorante, un pastore,
e per questo seguito e amato:
Vito Taccone, il cafone siloniano
Taccone Caravaggio della bici
Ma come un romanzo scritto bene, la sua vita parte da un dramma fondamentale, anzi da diversi drammi: la povertà, la morte sospetta del padre (ucciso da un cavallo o da un uomo?), superati con l’incredibile ascesa nello sport professionistico e una incrollabile sete di riscatto.
E poi la terza vita. Spiega l’autore:
la prima, relativa all’infanzia, si concluse con la morte del padre. La seconda, da ciclista, terminò con il ritiro. La terza, invece, prese il via con l’attività da imprenditore
Proprio la terza fase della sua esistenza lo portò a una drammatica fine, per il coinvolgimento in una brutta storia di truffe, di cui fu vittima non solo della malagiustizia.
Il suo gran cuore, quel motore così forte che lo aveva portato a scalare le montagne più impervie battendo campioni di mezzo mondo sulla bicicletta, alla fine, quasi certamente, non ha retto alle lungaggini della magistratura, ai tempi burocratici, ai cavilli.
Vito Taccone – Il camoscio d’Abruzzo è un libro-biografia da leggere come un romanzo, come la vita caravaggesca di un grande abruzzese.
