Veleni nel piatto: coloranti devastanti. Sono dappertutto, anche negli snack per bambini. Ecco il parere della dottoressa Maria Rosa Di Fazio il cui pensiero viene divulgato grazie ai preziosi consigli raccolti dal giornalista Guido Mattioni in una rubrica sulla sua pagina Facebook dal titolo significativo: Le pillole della Doc.
Riportiamo cosa dice l’oncologa a proposito dei tanti veleni che finiscono nel piatto.
Uno studio dell’Università di Liverpool e della Soil Association, organizzazione britannica che si batte per la certificazione dei cibi, ha dimostrato l’altissima nocività di quattro additivi alimentari usati regolarmente anche negli snack per bambini. Già da soli non ci fanno bene, ma combinati tra loro possono avere un effetto devastante a livello cerebrale.
Veleni nel piatto: coloranti devastanti
Quindi prima di mettere nel carrello qualcosa, in modo automatico, LEGGETE SEMPRE LE ETICHETTE. QUESTE PORCHERIE SI POSSONO EVITARE. SEGNATEVI I LORO NOMI:
E 133 blu brillante (usato anche in gelati, piselli in scatola, prodotti caseari, caramelle, sciroppi e dolciumi);
glutammato monosodico (nei dadi da brodo, nelle minestre e zuppe pronte, nei precotti, nelle salse, nelle conserve di carne e di pesce). Noto con la sigla E 621;
giallo di chinolina (usato anche per bibite, budini in polvere, colori per gli ovetti di Pasqua) E 104;
E 951 aspartame, utilizzato in bibite diet e zero, gelati, prodotti caseari, yogurt, prodotti dietetici, budini, caramelle e chewing-gum, è sospettato di poter avere effetti cancerogeni, tanto che in alcuni Paesi ne è vietato l’uso.
Lo studio dell’Università di Liverpool ha dimostrato che in combinazione tra loro questi quattro “orrori” potenziano le rispettive nocività individuali: il blu brillante insieme con il glutammato monosodico quadruplica la propria neurotossicità, mentre il giallo E104, abbinato all’aspartame (esempio: budino di vaniglia Diet) ha una tossicità addirittura cinque volte superiore. E sono “cose” che si trovano anche in merendine o bibite per i bambini; scelta strategica perché quelli del marketing alimentare sanno che quei colori li attirano. Mi raccomando: resistete ai loro capricci e imparate a dire dei sonori e definitivi “No!”.
Questa barbarie chimica potrebbe spiegare almeno in parte perché, negli ultimi tempi, io veda un numero crescente di bimbi affetti da tumori cerebrali. Nella “migliore” delle ipotesi – le virgolette sono tristemente ironiche – questi coloranti possono influire sull’insorgere di forti disturbi del comportamento, come incapacità di concentrazione o iperattività motoria, disturbi che di norma vengono incasellati tra quelli autistici.
Una oncologa di grande esperienza
La dottoressa Maria Rosa Di Fazio è responsabile di Oncologia del Centro medico internazionale SH Health Service di San Marino, dove applica e porta avanti il metodo chemioterapico “soft” del professor Philippe Lagarde, luminare francese di fama mondiale.
Si è laureata in Medicina e Chirurgia, abilitata all’esercizio della professione medica e specializzata in Oncologia medica con pieni voti e lode.
Inoltre, è diplomata in Ozonoterapia a Padova. Ha lavorato per oltre venti anni a Milano in diverse strutture ospedaliere e come medico strutturato nei reparti di Oncologia medica.
Oggi vive e lavora tra San Marino e il capoluogo lombardo.
“Il paziente è un essere umano e NON un numero” è la sua filosofia.
Ha pubblicato diversi volumi per Mind edizioni, a cominciare da Mangiare bene per sconfiggere il male, best seller tra i libri scientifici. Il suo titolo più recente è Il cibo che cura il cibo che ammala
QUI la mia intervista alla Doc Di Fazio