“Ma ti rendi conto? Ce l’abbiamo fatta! Abbiamo vinto il Festival di Sanremo, mamma mia, mamma mia. Non vedo l’ora di abbracciare mio nonno Ernesto, ancora non ci crede nemmeno lui”.

E’ raggiante al telefono Gianluca Ginoble, 20 anni compiuti da 4 giorni, mentre è in macchina con il papà Ercole, subito dopo essere partiti da Sanremo dove l’artista di Montepagano di Roseto ha vinto il 65° Festival della canzone italiana con il brano “Grande amore” (di Francesco Boccia e Ciro Esposito), interpretato insieme ai fratelli in arte Piero Barone e Ignazio Boschetto, cioè Il Volo.

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Il trio, si è aggiudicato il festival con il 39 per cento dei voti. Al secondo posto si è piazzato Nek (35%) e Malika Ayane (26%). Il risultato complessivo delle tre giurie chiamate a votare: quella degli esperti, quella demoscopica e il televoto che si sono espresse in maniera diversa tra loro. Nel televoto Il Volo ha avuto il 56% delle preferenze, Nek il 33%, Ayane l’11%. Il giudizio degli esperti, invece, si è espresso a favore di Ayane per il 40%, di Nek per il 37%, del Volo per il 23%. La giuria demoscopica si è equamente distribuita sui tre artisti.

“Mamma Eleonora? Beh, puoi immaginare come sta, contentissima! Mentre mio fratello Ernesto junior ieri piangeva, lui lo ha sempre detto fin dall’inizio: voi vincete, voi vincete”, dice ancora Gianluca Ginoble quasi con una punta di commozione, “Entrare nella storia della musica italiana a 20 anni, è una emozione enorme, è una cosa fantastica! Su quel palco ha vinto anche Domenico Modugno. A 20 anni sono entrato nella storia della musica italiana, e rimarrà scritto per sempre”.

E poi c’è stata anche questa simpatica coincidenza di aver vinto proprio in occasione del suo compleanno, che ha festeggiato mercoledì scorso sul palco del teatro Ariston.
“E’ stato il compleanno più bello della mia vita, festeggiare 20 anni sul palco del Festival di Sanremo è una cosa grandiosa”.

Gianluca Ginoble con Ignazio Boschetto e Piero Barone

Ora però sarà un po’ stanco. La notte scorsa (sabato per chi legge) avrà dormito un paio d’ore…
“Stanco? No, stanco no, assolutamente no, c’è una adrenalina incredibile. Uno che vince Sanremo come si può sentire? Sono felicissimo. E finalmente anche in Italia ci hanno apprezzato. E poi una emozione enorme. Sì, abbiamo cantato con Barbra Streisand, abbiamo cantato in tutto il mondo, ma vedere dal palco di Sanremo quell’entusiasmo del pubblico, la gente che si alza in piedi ad applaudire, l’affetto e la vicinanza del pubblico che cresceva di sera in sera. E’ stato magnifico. Questa vittoria la dedico a tutte le persone che ci hanno sempre seguito, a chi ci ha sostenuto anche da casa, al nostro manager Michele Torpedine ma anche a Tony Renis (manager del trio insieme a Torpedine nella fase iniziale dell’avventura Il Volo, ndr) e Roberto Cenci (quest’ultimo ideatore e responsabile del casting della trasmissione Ti lascio una canzone, ndr), perché si deve dire. Ovviamente un enorme grazie anche alla mia famiglia, alle nostre famiglie. Non è da tutti i giorni vincere Sanremo a 20 anni”.

Una bella soddisfazione anche a dispetto di tante inutili critiche pretestuose.
“Sì, ma hai sentito oggi cosa abbiamo risposto da Giletti (alla trasmissione L’Arena, su Raiuno, in diretta dall’Ariston, ndr), Ignazio è stato grandioso. Ieri c’era Will Smith e non ha cantato un brano americano, ha cantato Volare. Questa è la musica che può uscire fuori dall’Italia, l’unica che dall’Italia può essere apprezzata dall’Australia all’America. E quindi fate tutte le critiche che volete, tanto avete fatto la stessa cosa con Bocelli (non a caso anch’egli seguito ai suoi esordi dallo stesso manager del Volo, Michele Torpedine, ndr), criticateci, massacrateci se fa lo stesso effetto che ha avuto su Bocelli, che è l’italiano numero uno al mondo, va bene: massacrateci pure. E poi su i-Tunes siamo primi, in tre giorni 2 milioni di visualizzazioni del video di Grande amore su YouTube, primi nelle radio, a Rtl abbiamo vinto il premio del brano più ascoltato. Le critiche ci sono e ci saranno sempre. Non fa niente. E poi, hai visto, ogni sera al Festival è andata sempre meglio, il pubblico ci ha tributato ogni volta una standing ovation”.

Ora incominciate a promuovere l’album e mercoledì 25 febbraio sarete anche a Pescara, giusto?
“Sì, sì, assolutamente. Iniziamo un giro italiano delle librerie Feltrinelli per le signing session, la firma dei dischi, andremo in Sicilia, a Milano, Torino, e, ovviamente, anche a Pescara. L’appuntamento è per mercoledì 25 alle 17,30”.

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