Dcm, dal giornalismo al Digital content management, è il titolo del libro di Alberto Puliafito (Centro di documentazione giornalistica, 328 pagine, 18 euro) che ogni giornalista che, oggi, voglia pensare di meritare questo titolo deve leggere e, possibilmente, studiare.

Alberto Puliafito

Alberto Puliafito è un giovane collega (39 anni), ma con una grande esperienza, che si occupa di contenuti digitali (ma non solo) dal 2000.

Il libro è un tesoro di indicazioni, di miti sfatati e da sfatare, di imperdibili riferimenti, con un corposo numero di note (quasi tutti siti Internet) e si apre con una ammissione di colpa nei confronti del lettore che si può riassumere in una frase:

Invece di preoccuparci di te veramente, ci siamo preoccupati dei nostri investitori pubblicitari.

Nelle oltre 300 pagine del volume l’autore snoda un percorso nel mondo, spesso più che ostico, della Seo, dei Social, delle metriche, delle newsletter, partendo da un dato: il contenuto è il re (della comunicazione). Ma, sottotraccia, il messaggio fondamentale è che dei giornalisti non solo c’è ancora bisogno, ma forse c’è bisogno più che mai. A patto che questi si aggiornino (seriamente) e che non si lascino prendere dalle mode del momento (dettate da chi, in comunicazione, è solo un parvenu – e oggi sono la maggior parte dei presunti e presuntuosi “esperti”).

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Slow news e Wolf

Tra i tanti meriti di Puliafito, c’è anche la creazione, insieme ad altri colleghi, di Wolf  che è ospitato da un altro sito benemerito, Slow news. Il nome dice già tutto: la riscoperta del mestiere, con l’approfondimento delle notizie, una applicazione dello Slow food (nato come contrasto al fast food dei panini con la riscoperta delle tradizioni culinarie italiane) al settore informazione.

Esempi e strumenti pratici

Puliafito accompagna per mano (e solo chi ha vissuto una redazione vera può capire quanto ce ne sia bisogno) il giornalista tradizionale e chi ambisce a diventare tale, nel mondo della comunicazione attuale, fornisce i mezzi per comprendere, combattere ed evitare le fake news, le bufale, smonta tanti falsi miti e, soprattutto, dà gli strumenti pratici per muoversi in un mondo ancora tutto da scoprire.

Qualche esempio? Il clickbait. Ecco cosa scrive al riguardo l’autore:

Il clickbait è un tradimento del lettore, che vede venir meno il patto di fiducia con le testate che operano in questo modo: moltissime, per lungo tempo, almento finché lo stesso Facebook non ha dichiarato guerra al clickbait con modalità restrittive sull’algoritmo.

Oppure, a proposito dell’uso intelligente dei Social da parte di una realtà editoriale già esistente, Puliafito cita La settimana enigmistica:

Un giro su quella pagina mostrerà chiaramente la presenza di un piano editoriale per il social, una coerenza straordinaria con il prodotto cartaceo – a dimostrazione del fatto che non esiste e non deve esistere alcuna separazione tra le piattaforme. Io, il mio marchio, la mia testata, siamo sempre gli stessi.

A proposito della Seo poi, che a molti potrebbe sembrare una parolaccia, le pagine di Dcm sono 64, tutte interessantissime. Qui basta riportarne il breve sommario:

Cos’è la Seo, cosa vuol dire essere un giornalista e trovare lettori sui motori di ricerca. Strategie e tecniche di giornalismo Seo. Come fare un piano editoriale che pensi anche alla Seo. Le notizie come keyword. Imparare come cerca il lettore. Tutto quello che deve sapere un giornalista su Google e affini.

Un volume che, semplicemente, non deve mancare nella biblioteca di qualsiasi persona voglia ritenersi un addetto alla comunicazione di oggi.

Schermata

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